Progetti

Fondazione Smith Kline. La dimensione cognitiva dell’errore in medicina

Evidence based medical decision-making 2002-2005

La dimensione cognitiva dell’errore in medicina

Medici e pazienti sono continuamente chiamati a prendere decisioni. Per farlo devono identificare l’informazione rilevante (un esame, un sintomo etc.), scegliere un corso d’azione (un intervento chirurgico, la prescrizione di un farmaco etc.), quindi agire. E’ interesse dei medici e dei pazienti che le decisioni siano “razionali”, vale a dire che massimizzino le loro possibilità di successo. E’ pertanto necessario che le decisioni vengano prese in accordo con i principi della logica, della teoria della probabilità, della teoria della scelta razionale, e sulla base della migliore evidenza a disposizione.

L’ analisi formale delle decisioni mediche” (medical decision-analysis) e la “medicina basata sulle prove di efficacia” (evidence-based medicine, Ebm) rispondono a queste esigenze. Spesso, però, i risultati sono inferiori alle aspettative. La ragione di ciò va cercata negli aspetti procedurali della decisione messi in luce dalla tradizione di studi in Behavioral Decision Making (BDM) inaugurata da Amos Tversky e il Premio Nobel in economia Daniel Kahneman.

E’ tuttavia sperimentalmente documentato che sia la gente comune sia gli esperti, anziché applicare le regole formali, impiegano strategie cognitive più semplici, dette euristiche. Queste strategie a volte funzionano e ci risparmiano ragionamenti e calcoli complessi; altre volte ci inducono in errori. Errori che conseguono dai processi cognitivi che mettiamo comunemente in atto e che per questo si presentano in modo sistematico. La mia ricerca in questo ambito valuta la natura e la portata di alcuni di questi errori sistematici in ambito medico e getta le basi per una teoria della decisione medica a “razionalità limitata” e cognitivamente fondata che ci consentirebbe di evitarli.

La qualità delle cure mediche non può prescindere da “buone” decisioni. Ma decidere non è facile, soprattutto nelle condizioni di rischio e di incertezza in cui operano normalmente i medici. Nonostante la loro formazione comprenda lo studio del calcolo della probabilità e della statistica, nell’affrontare “a braccio” problemi decisionali complessi, i medici spesso si affidano a scorciatoie mentali che producono errori sistematici e prevedibili, con conseguenze rilevanti sulla pratica clinica. Tali errori e i processi che li determinano sono indagati dalle scienze cognitive, che hanno trovato nello studio delle decisioni mediche un fertile campo di applicazione.

Il  progetto si è concluso nel 2005 ed è stato co-finanziato da il Laboratorio di Scienze Cognitive dell’Università di Trento; l’Istituto per la Ricerca Scientifica e Tecnologica dell’Istituto Trentino di Cultura; l’Istituto per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano; e la Fondazione Smith Kline.